3 Ottobre 2013
MADE IN ITALY

GRANO DURO: MONITORAGGIO CAPILLARE E COSTANTE DELLE IMPORTAZIONI SIN DA SUBITO CONTRO SPECULAZIONI E VOLATILITA’ DEI PREZZI
I risultati dell’audizione della Commissione Agricoltura della Camera

“Abbiamo chiesto alla Commissione Agricoltura della Camera di definire un progetto innovativo di filiera, governato direttamente dal produttore, attraverso le proprie aggregazioni di prodotto, per ridurre progressivamente la dipendenza del sistema della trasformazione dall’estero, qualificare pane e pasta italiani con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del grano e per cercare di contenere la volatilità dei prezzi. Ringraziamo l’onorevole Colomba Mongiello, a cui abbiamo consegnato un nostro dossier, che ha consentito alla Puglia di portare la vertenza grano duro all’attenzione della Commissione che attiverà, tra l’altro, un monitoraggio quotidiano e costante dell’attività di importazione di prodotto dall’estero sin da subito”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a riportare gli esiti della audizione della Commissione Agricoltura della Camera, convocata per accendere i riflettori sulla ‘vertenza grano’ in Puglia.
“Anche nel 2013 assistiamo – incalza Pietro Salcuni, Presidente della Coldiretti di Foggia, territorio straordinariamente vocato e ripetutamente mortificato da importazioni selvagge e volatilità dei prezzi - alla solita routine speculativa per il tenero, mentre, per motivi diversi, il grano duro subisce contrazioni di prezzo talvolta inspiegabili (si è scesi fino 23-24 €/ql), visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parità di caratteristiche. Ormai siamo ai limiti dei costi di produzione. Di contro al consumo di pane e pasta non sono state mai apportate riduzioni di prezzi, che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima”.
Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant’è che oggi il ricarico tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%.
“Va corretto il tiro – conclude il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – e vanno affrontate in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente il livello di prezzo corrisposto alla produzione, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale (etichettatura di origine obbligatoria, tracciabilità delle produzioni), le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo”.
In Puglia si concentra oltre il 36% dell’attività molitoria nazionale, con la lavorazione di circa 80 mila quintali al giorno di solo grano duro e di altri 15 mila quintali di grano tenero adottando innovazioni tecnologiche e strategie di mercato molto avanzate. Nell’industria della pasta, seppure rilevante, il ruolo della Puglia appare ridimensionato rispetto a quello della prima trasformazione, detenendo il 10% del potenziale nazionale.
La Puglia è la regione cerealicola leader in Italia con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Australia, Canada, Bangladesh, Sud America, Messico, Arizona e Texas….per produrre pasta "Made in Italy" senza che sia indicato in etichetta. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell’intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale. Oltre il 60% della produzione regionale si concentra nel tavoliere di Foggia, nella pianura della Capitanata meridionale e nella fossa premurgiana barese.

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