18 Gennaio 2012
MANOVRA

Fortemente penalizzante per le imprese agricole pugliesi l’IMU sui fabbricati rurali, introdotta dal Decreto ‘Salva Italia’, per cui Coldiretti Puglia e le Federazioni Provinciali hanno scritto una lettera a tutti i Sindaci pugliesi per chiedere che taglino la tassa del 50%, visto che è in loro potere farlo.
“L’istituzione dell’imposta municipale, anticipata in via sperimentale per il 2012, colpisce per la prima volta – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni -  anche i fabbricati rurali e i fabbricati ad uso strumentale (stalle, magazzini, ricoveri per attrezzi, fienili etc..) che in precedenza erano esclusi dalla tassazione ICI, sostituita con l’IMU. Di fronte a questo scenario che vede le aziende agricole fortemente colpite da questa nuova imposizione, il ruolo dei Comuni risulta di vitale importanza poiché l’art. 13 del decreto in questione dispone la facoltà degli stessi di procedere ad un abbattimento delle aliquote previste dal decreto”.
In particolare è previsto per i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9 comma 3 bis del D.L. 557/93, la cui aliquota base è stata fissata allo 0,2 per cento, la possibilità da parte dei Comuni di ridurre l’aliquota fino allo 0,1 per cento, con un abbattimento pari alla metà dell’imposizione inizialmente fissata dal Governo.
“La manovra avrà un impatto pesante – lancia l’allarme il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono di fatto mezzi di produzione per le imprese agricole. Per senso di responsabilità abbiamo scelto di non manifestare in piazza, ma la manovra riserva una forte iniquità al settore primario che deve essere corretta. La terra coltivata da una impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a chi la compra per fini speculativi o hobbistici”.
I Comuni possono procedere “alla riduzione dell’aliquota di base fino allo 0,4% – si legge ancora nella nota della Coldiretti - nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario ai sensi dell’art. 43 del TUIR”, ovvero nel caso di immobili posseduti dai soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società, ovvero nel caso di immobili locati. Analoga facoltà viene affidata agli stessi Comuni per la tassazione dei terreni agricoli. Il comma 6 del richiamato art. 13 prevede, infatti, l’applicazione della percentuale dello 0,76 per cento.
Quinti, i Comuni ‘con deliberazione del consiglio comunale, adottata ai sensi dell’art 52 del D.Lgs n. 446/97 - scrive ancora la Coldiretti - possono modificare, in diminuzione, la suddetta aliquota sino a 0,3 punti percentuali’.

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