I rilievi effettuati sulla popolazione di sputacchina con cadenza periodica, con dati e fotografie, dovranno essere trasmessi
tramite whatsapp al 351/5990374 oppure tramite mail a redazione@infoxylella.it.
Accolto l’appello di Infoxylella che, in collaborazione con il CNR Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP-CNR), il Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSFA), l’Associazione Regionale Pugliese Tecnici e Ricercatori in Agricoltura (ARPTRA), ha avviato la costituzione di un sistema capillare di monitoraggio degli stadi di sviluppo della sputacchina Philaenus spumarius, principale vettore della Xylella fastidiosa in Puglia. E’ quanto annuncia Coldiretti Puglia che organizzerà la rete di volontari nelle province di Lecce, Brindisi, Taranto e Bari, creando un sistema capillare fatta di imprenditori agricoli, segretari di zona e tecnici.
“Una cura contro la Xylella purtroppo non esiste ed il monitoraggio capillare di ‘Citizen Science’ sulla presenza di potenziali vettori contaminati resta l'unica soluzione con il coinvolgimento di tutti per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. La sputacchina nasce sana e si infetta acquisendo il batterio della Xylella fastidiosa esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il batterio è trasmesso da insetti (emitteri) che si nutrono succhiando la linfa dei vasi xilematici. In Puglia sono stati accertati 3 insetti vettori: Philaenus spumarius, Philaenus italosignus e Neophilaenus campestris. Il più efficace è il Philaenus spumarius (noto come "sputacchina media"). L’insetto si alimenta succhiando la linfa dalla vegetazione tenera della pianta (germogli, polloni), si infetta (acquisisce il batterio) esclusivamente nutrendosi da pianta infetta e trasmette il batterio alle altre piante con le punture di alimentazione (analogamente alle modalità di propagazione della malaria attraverso la zanzara anofele).
“La sputacchina percorre in una stagione fino a 400 metri autonomamente con i propri arti posteriori – insiste il presidente Muraglia - mentre è ancora da accertare la distanza percorsa dagli insetti, spesso anche di svariati chilometri, che restano attaccati ad auto e camion, a dimostrazione di quanto il rischio che l’infezione continui a ‘camminare’ ad una velocità impressionante sia tangibile e grave”.
I tristemente famosi “sputi”, contenenti gli stadi giovanili di Philaenus spumarius, sono ormai ben visibili sulla vegetazione spontanea al suolo in Salento. Il ritrovamento, avvenuto nelle costanti attività di monitoraggio condotte dal 'IPSP-CNR di Bari, è stato prontamente segnalato al Servizio Fitosanitario della Regione Puglia dopo la necessaria identificazione della specie in laboratorio.
L’avanzare della Xylella può essere solo contenuto con le pratiche obbligatorie di prevenzione fitosanitaria, a cui devono provvedere gli agricoltori nei propri fondi, ma anche gli enti pubblici, a partire dai Comuni che devono immediatamente programmare le attività di pulizia di fossi, canali e pratiche di prevenzione fitosanitaria nelle aree pubbliche e demaniali dove abbonda in maniera incontrollata la vegetazione spontanea su cui si nutre la sputacchina in fase giovanile.
Nella lotta all’insetto vettore la ‘sputacchina’ per arrestare l’avanzata della Xylella fastidiosa è indispensabile – aggiunge Coldiretti Puglia - per scongiurare il fallimento della misura, prevedere, soprattutto nelle zone infette dove le aziende sono già state fortemente danneggiate, il rimborso per i costi da sostenere per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatorie, prima che partano multe comminate dai Carabinieri Forestali.
Agli agricoltori viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti – insiste Coldiretti Puglia - un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena. Così come gli enti pubblici beneficiano di finanziamenti per l’attività obbligatoria, anche e soprattutto gli imprenditori agricoli hanno bisogno di rimborsi per sostenere le pratiche di prevenzione fitosanitaria”. La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e le prescrizioni della normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena – conclude Coldiretti Puglia - impongono scelte e provvedimenti urgenti, anche in considerazione della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione.