24 Marzo 2011
OLIVICOLTURA

La provincia di Bari sta vivendo il dilagare della ‘piaga storni’, restando impotente agli attacchi delle orde di uccelli appartenenti che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno.
Particolarmente colpito il settore olivicolo che in provincia di Bari conta una produzione di oltre 3 milioni di quintali di olive su una superficie di  130mila ettari e una orticoltura di tutto prestigio. I comuni più colpiti risultano essere Monopoli, Polignano, Mola di Bari, con un danno attestatosi tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare. Il fenomeno risulta altrettanto devastante per l’orticoltura, comparto economicamente determinante per l’area sud della provincia di Bari.
A questo proposito si è tenuto presso Tenuta Chianchizza a Monopoli un incontro organizzato dalla Coldiretti di Bari con i dirigenti dell’Assessorato regionale alle Risorse Agroalimentari e il responsabile dell’ufficio tecnico della Coldiretti di Bari, Luigi Nigro, contestualmente all’invio del telegramma al Prefetto di Bari, Carlo Schilardi, all’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno e all’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Bari, Francesco Caputo, con il quale la Coldiretti di Bari ha sollecitato iniziative istituzionali per il contenimento dei danni ed il sostegno alle imprese agricole, già sottoposte ad una congiuntura pesante.
“Oltre al danno diretto, devono essere valutati i danni indiretti – denuncia il Direttore della Coldiretti di Bari, Giuseppe Licursi - legati comunque a questa calamità. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato.
Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo delle ultime settimane ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.

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